L’emergenza Coronavirus ci ha messo di fronte alle nostre debolezze, e ci ha impietosamente mostrato come è labile il confine tra ciò che siamo, umani fragili e attaccabili, e ciò che siamo chiamati a dover essere, instancabili ed indefesse macchine da lavoro, sopraffatti da impegni, scadenze, obiettivi da raggiungere nel minor tempo possibile (come diciamo noi, asap?)

È bastato un virus, piccolo, invisibile e cattivo, a piegare le nostre convinzioni e la nostra umana, troppo umana presunzione di invincibilità.

Come Deva Connection, come tutti sgomenti di fronte a statistiche quotidiane su contagi, guariti e decessi, che ogni giorno di più prendono le sembianze di veri e propri bollettini di guerra, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che sì, adesso è il nostro turno.
È ora di dare una mano a questa Italia stremata che vuole tornare a vivere le meraviglie del Paese in cui viviamo, vuole tornare a lavorare per contribuire alla ricchezza di ciascuno, a ridere nelle piazze, a viaggiare, a godersi pantagruelici pranzi in famiglia, vuole tornare a prendere un caffè al bar, a baciare la mamma, il fidanzato e i propri amici, a passeggiare in riva al mare e nei boschi intorno alle nostre montagne uniche al mondo, vuole tornare a stringere mani e dare pacche sulle spalle.
A dirci tutti “oh, dai, #andràtuttobene”, ma nel nostro modo, italico, fatto di una gestualità spesso altrove derisa ma impressa nel nostro dna, fatta di abbracci, di piccoli strattonamenti, di carezze solo accennate che scaldano il cuore.

Ce l’ha trasmessa bene Valerio Stavolo, il nostro CEO, questa necessità di unirci nell’impegno per un bene comune, e più grande: “In questa fase davvero delicata, dal punto di vista sociale e sanitario, tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa. Possiamo, anzi dobbiamo anche noi fare qualcosa. Medici, infermieri, militari, volontari stanno facendo un lavoro importantissimo, lavoro che dobbiamo supportare concretamente”.

Da questa ispirazione di Valerio è nata l’idea di creare una nostra campagna di crowdfunding, #facciamoladifferenza.

Marco Micheli, il nostro CMO, ci ha fatto notare che ogni giorno abbiamo l’onore di arrivare su smartphone e computer di milioni di utenti in tutta Italia. “Ora dobbiamo sentire più che mai l’onere di condividere messaggi di speranza e positività. Solo tutti insieme, solo uniti possiamo davvero fare la differenza”, ci ha detto.

Ci siamo tutti rimboccati le maniche, in smartworking, ciascuno davanti al pc nella solitudine di casa sua, e, riunione (leggi call) dopo riunione, schermi condivisi, occhi rossi e brainstorming interminabili, in quattro giorni siamo riusciti a lanciare la nostra campagna in favore della Protezione Civile.

Francesca Benni, la nostra instancabile Digital strategist, ci ha dato l’input iniziale: “Dovremmo sviluppare l’idea intorno al concetto di tornare a vivere la nostra quotidianità insieme, così come facciamo sempre attraverso i nostri siti, coinvolgendo, divertendo, dialogando quotidianamente con i nostri utenti”.

Definito il concept, riunione (leggi call) dopo riunione, con la redazione di Deva, i grafici, il reparto social, abbiamo sviluppato la nostra campagna, multisoggetto, basata sull’idea grafica del disvelamento di “quello che c’era prima”, della necessità di tornare a scoprire quello che avevamo prima, il pranzo in famiglia, le bellezze del Pianeta, una corsa in macchina, il vento tra i capelli, appunto. Un battere il cinque, persino.

La campagna #facciamoladifferenza è declinata su tutti i nostri siti, e adegua l’aspetto grafico e visivo al portale di riferimento.

Di seguito le creatività ideate per ogni sito: