DIGITAL PUBLISHING

Editoria digitale: che cos’è e le nuove tecnologie

Redazione Deva

25 novembre 2019

Non ci sono dubbi: il mercato dell’editoria digitale in Italia è decisamente in crescita ed il 2018 ha addirittura segnato il sorpasso del digitale sul cartaceo. Questo dato è in linea con la situazione mondiale, in cui il giro d’affari mosso dall’editoria elettronica online, compresi portali tematici, servizi internet e banche dati, è di oltre 200 milioni di euro.

È comunque un mercato, quello dell’editoria, che dalla sua nascita ad oggi ha conosciuto grandi cambiamenti, ed altri ancora possiamo aspettarcene già nell’immediato futuro.
Quali saranno quindi i trend dell’editoria digitale che caratterizzeranno i prossimi anni e quali tecnologie coinvolgeranno? 

Machine learning e assistenti vocali

Google e Amazon ci stanno abituando ad avere intorno a noi questi dispositivi che si attivano semplicemente parlando e che offrono una vasta gamma di funzionalità, come ad esempio quella di fornire un quadro delle condizioni meteo esterne non appena si aprono gli occhi al mattino, senza nemmeno scomodarsi a guardare fuori dalla finestra.
Molti giornali, c’è da scommetterlo, combatteranno a suon di news per entrare nelle “ultime notizie” fornite da questi sistemi di machine learning in risposta alle domande dell’utente. Alcuni editori ci stanno lavorando e le maggiori testate sono già presenti, ma non è ancora del tutto chiaro il metodo con cui viene o verrà fatta questa selezione.
Quello che è sicuro è che quello degli assistenti vocali si configura sempre di più come uno dei nuovi canali a cui l’editoria online si deve rivolgere, con tanto di nuovi modelli pubblicitari tutti da sperimentare. Cosa ne dite, ad esempio, delle ADV ascoltabili? È infatti molto probabile che nuove piattaforme saranno in grado di erogare pubblicità ascoltabili per podcast e testate digitali.

Editoria digitale ed intelligenza artificiale

Anche l’intelligenza artificiale sta entrando sempre più a far parte della nostra quotidianità. Il mercato dell’editoria digitale ed i suoi contenuti non potevano certamente restare esclusi da questo trend. L’applicazione dell’intelligenza artificiale ai modelli di membership e paywall potrebbero addirittura ridisegnare le modalità di fruizione dei contenuti, mettendo l’utente al centro e analizzando i suoi comportamenti per fornire delle informazioni calibrate con precisione in base ai suoi interessi.

La fruizione dei contenuti da mobile

Anche questo aspetto non può essere trascurato: la maggior parte del traffico (si stima circa il 90%) viene generato da dispositivi mobile ed è in continua crescita. Nemmeno l’editoria digitale può stare a guardare senza adeguarsi, anche e soprattutto perchè ultimamente Google parte proprio dal mobile per indicizzare i contenuti presenti in rete. Il bacino dei fruitori di notizie da mobile, inoltre, è destinato a crescere ulteriormente, creando opportunità interessanti anche per il mondo dell’editoria online.

Le novità che riguardano i motori di ricerca

Non c’è più solo il posizionamento sul più noto motore di ricerca da prendere in considerazione: Google sta infatti ampliando i propri orizzonti e comincia a fornire informazioni in maniera diretta agli utenti in risposta a domande specifiche, senza più (solo) rimandare ad un sito web che dia la risposta. Non è solo un mero sostituirsi ai vari siti web, ma potrebbe costituire una nuova strada da percorrere per l’editoria digitale.

E qui si apre anche la controversa questione del copyright. Sono molte le testate europee che contestano a Google il fatto di mostrare notizie riprese dalle proprie pagine online. Su questo fronte possiamo ricordare la posizione intransigente della Spagna, che ha addirittura chiuso il servizio Google News, e le recenti notizie che arrivano dalla Francia.
La Francia sarà infatti il primo Paese ad applicare la direttiva comunitaria varata lo scorso 17 maggio, che prevede che gli editori debbano venire pagati per cedere le notizie. Il colosso di Mountain View ha fatto sapere che gli editori potranno scegliere se continuare a cedere le proprie notizie gratuitamente in cambio dell’enorme mole di traffico che è in grado di veicolare ai loro siti; in caso contrario verrà mostrato solo il titolo e il link della notizia.
Il braccio di ferro, a quanto pare, è appena cominciato.

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