BRAND AWARENESS

Contenuti dal mondo beauty: una nuova soluzione di brand awareness

Redazione Deva

7 ottobre 2019

Che cosa possono imparare i brand dai creator di video sulla bellezza? Quando la Brand Awareness trova la propria forza nel video-content e nella leva emozionale.

Catchy, accattivanti, informativi, utili e visivamente di impatto: i contenuti video provenienti dal mondo beauty sul web rappresentano alcuni tra i più mirabili esempi di marketing disponibili oggi nel mondo della viralità on-line.

Non è un mistero che si possa attingere ispirazione per aumentare il proprio tasso di engagement dalle più disparate tecniche di persuasione, basti pensare al campo di possibilità nato dallo studio delle neuroscienze in ambito pubblicitario, ma questo non basta per andare ad analizzare un’utenza in costante crescita ed in continuo aggiornamento. La cosiddetta selfie-generation cambia, si evolve, non si ferma neanche un secondo ed i brand hanno bisogno di sempre maggiori spunti per poter partecipare ad un gioco che diventa sempre più complesso ed affascinante con il passare degli anni e dei trend.

Avviare nuove modalità di marketing attraverso strumenti che non avremmo mai preso in considerazione in precedenza è tema noto in un settore in continua evoluzione e caratterizzato da repentini cambiamenti dettati da trend a volte assolutamente imprevedibili. Le soluzioni innovative per sviluppare la propria brand awareness sono innumerevoli e vorremmo condividerne con voi una decisamente singolare!

La soluzione ce la dà l’industria della bellezza e gli innumerevoli contenuti disponibili on-line relativi alle numerose sottocategorie che ne fanno parte: dai consigli per gli acquisti, ai tutorial, dal parere sulle nuove tendenze in fatto di hair-style fino a giungere ai più brillanti esempi di advertising online dei marchi più prestigiosi di make-up. La bellezza detta l’agenda della nuova frontiera della brand awareness e a dirlo è anche un recente sondaggio condotto da Google in collaborazione con la società di ricerca Kantar. Secondo il sondaggio, i consumatori statunitensi individuerebbero in Youtube la principale fonte di conoscenza e di approccio con i contenuti beauty. La leva emotiva, emozionale e sensazionale esercitata dal contenuto video sull’utente risulta quasi ipnotizzante nella propria forza comunicativa.

Questa specifica categoria di contenuti rappresenta senza alcun dubbio una tematica che ben si presta ad “arrivare” all’utente attraverso la multimedialità e, dunque, trova la propria forma di rappresentazione ideale e a questo punto oseremmo definirla necessaria all’interno di una piattaforma che consenta ai creator di poter mostrare il prodotto nelle proprie particolarità e caratteristiche, nonché funzionalità.

Uno studio di Launchametrics con interviste a 600 aziende in Europa e Usa nei settori cosmetica, moda e lusso dimostra come la figura dell’influencer negli ultimi mesi abbia veicolato l’attenzione degli utenti consumatori e quali tipologia di criticità questo approccio comporti. Il sondaggio ha inoltre ha evidenziato che il 78% delle imprese ha lavorato con influencer nel 2017. soprattutto in occasione del lancio dei prodototti.

Un dato su cui riflettere è fornito dal fatto che il 45.8% degli intervistati preferisca lavorare con micro-influencer, cioè personaggi che hanno dai 10mila ai 100mila follower, per colpire un target più di nicchia. Infine la maggior parte delle aziende afferma di non guardare il numero dei follower nella scelta di quale influencer adottare, bensì la qualità dei contenuti e il livello di engagement.
È d’altronde vero anche che awareness non significa necessariamente vendita ed il goal fondante di un’azienda è rappresentato da entrambi i fattori. Motivo per il quale è sul lancio che queste aziende puntano con maggior risalto sull’apporto fornito dagli influencer.

I dati mostrati dallo studio, però, inducono ad una riflessione ad ampio spettro che non va ad includere unicamente il settore beauty; attraverso questa ricerca è infatti chiaro come esista una community già consolidata che desidera essere coinvolta in prima persona con esempi tangibili e “palpabili”. Esempi che attraverso l’immedesimazione del video creator nei panni dell’utente consumatore portano ad instaurare un maggiore tasso di empatia e di riconoscibilità del marchio.

Ci siamo chiesti in che modo, dunque, fosse possibile entrare in contatto con questi utenti consumatori che immagazzinano nella propria mente il ricordo del brand relazionandolo alla user experience, anche solo attraverso la visione di un contenuto video.

La risposta è semplice: iniziare a pensare come chi crea questi contenuti.

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