Privacy, content e distribution: le sfide, le opportunità e i temi caldi che i brand non possono non conoscere.

Per i brand, i social media rappresentano sempre più un’opportunità di business, con tante nuove funzionalità, nuovi formati e creatività pensate per avvicinarli al proprio pubblico. Impensabile oggi non confrontarsi con realtà così pervasive.

Una sfida per i social marketers quella di catturare sempre di più l’attenzione del pubblico tramite contenuti avvincenti e originali, compito non semplice, in un’epoca in cui i social media sono sovra-popolati e la soglia dell’attenzione del pubblico è sempre più bassa.

Privacy

Le parole di Mark Zuckemberg alla conferenza Facebook F8 2019 sono state il: “Il futuro è privato”, ed è proprio la privacy il primo dei temi caldi con cui il mondo dei social dovrà confrontarsi nel 2020.

Per la “famiglia Facebook” questo si tradurrà in un maggior controllo da parte degli utenti, ma anche in un’unificazione dei backend di Messenger, Instagram e WhatsApp che permetterà agli utenti delle diverse piattaforme di interagire in maniera più fluida e, promette il colosso del web, nel completo rispetto della privacy grazie alla criptazione dei dati. In quest’ottica anche il lancio di Threads, l’app di messaggistica Instagram che consente agli utenti di connettersi con gli amici in uno spazio privato dedicato.

Uno sforzo ben giustificato alla luce dei dati: secondo GlobalWebIndex infatti il 63% delle persone afferma di sentirsi più a proprio agio a condividere e parlare di contenuti nelle applicazioni di messaggistica.

Se la ricerca di uno spazio privato separato dalla “pubblica piazza” la fa da padrone nelle abitudini degli utenti, i formati pubblicitari e la distribution dei contenuti non ignorano certo la tendenza.

Distribution e nuovi formati

In quest’ottica Facebook sceglie un approccio platform driven, scegliendo di portare le ad all’interno di Messenger con un piazzamento pubblicitario ad hoc, scelta condivisa da sempre più brand che utilizzando chatbot tentano di trasformare l’interazione automatizzata con le pagine in una vera e propria esperienza interattiva (come nel caso dei Gorillaz o di Hermes).

Una vera e propria corsa al coinvolgimento e all’immersività, con formati pubblicitari che sfruttano realtà aumentata, ma anche post shoppable, come nel caso di Pinterest, Instagram o TikTok, conditi con l’implementazione di machine learning e format di annunci dinamici per proporre contenuti sempre più pertinenti al comportamento e ai gusti degli utenti. Nello stesso filone si inserisce l’attenzione data ai “gruppi”, funzione totalmente community-driven, da qualche tempo aperta ai brand e agli editori con una suite di impostazioni e strumenti specifici.

Tutto ciò non significa che il futuro social vivrà solo di comunicazione una one to one.

Immersività ed esperienza seamless sono infatti le parole d’ordine anche per Pinterest: il colosso del linkbuilding ha scelto di potenziare il suo Lens, che allo stato attuale riconosce più di 2.5 miliardi di oggetti permettendo di ottimizzare la funzionalità e-commerce sulla piattaforma grazie alla possibilità di riconoscere i pin e offrire una funzionalità “Acquista il look” che permette all’utente di raggiungere direttamente le pagine di acquisto.

A tale feature si affianca la funzione “Completa il look”, per consigliare prodotti di moda e arredamento sulla base del contesto e degli attributi di tutti gli oggetti all’interno di un’immagine che l’utente cerca o salva. Degna di nota anche la feature “try on” che permette di provare i prodotti usando la AR, per ora tuttavia limitata ai rossetti.

Queste funzionalità affiancano i “catalogs” lanciati a marzo, che consentono ai brand di caricare più immagini di prodotti, organizzare i prodotti per categoria e trasformare le immagini in Pin di prodotto dinamici. “Catalogs” consente ai commercianti di creare un catalogo completo dei prodotti sul sito purché abbiano rivendicato un dominio business su Pinterest.

Content is (still) King

Come dimostrano l’ascesa di Tik Tok, IGTV e la continua crescita di Twitter la scoperta e il consumo di contenuti pubblici sono sempre i protagonisti nel mondo social.

Condividere post divertenti, leggere le ultime notizie dal mondo e cercare i prodotti, rimangono i principali driver di utilizzo dei canali social e sono essenziali nella customer experience tanto quanto i messaggi privati. (Fonte Hootsuite).

In aiuto ai brand e ai content creator giungono quindi due piattaforme: il Creator Studio, già disponibile su Facebook e Instagram da diverso tempo, che permette di programmare e coordinare i post di più pagine e, novità forse più interessante, il Brands Collabs Manager, piattaforma made in Facebook pensata per mettere in contatto brand e creators in maniera precisa e senza sforzo.

Nuovo lustro, infine, anche per gli Instant Articles: oggi questo strumento viene rilanciato con un tempo di caricamento 3 volte più rapido, più pulsanti di condivisione, una sezione “altro da” che aiuta nella scoperta di altri contenuti dello stesso editore, CTA integrato e un modello di rendimento degli annunci e il supporto per la lettura direttamente nelle Story.

La valorizzazione dei social come piattaforme di contenuto passa anche dalla ricerca del layout perfetto: minimal e user friendly è la parola d’ordine del restyling Facebook in roll out sin dai primi mesi del 2020.

Ultima nota per “Dating”, entry point di Facebook nel panorama (appunto) delle dating app, che permetterà agli utenti di esprimere gradimento per i propri amici e lo comunicherà agli interessati nel caso di reciprocità.

E le altre piattaforme?

Nel 2019 il team di LinkedIn ha introdotto le reazioni (Like, Celebrate, Love, Insightful, Curious). In questo modo gli utenti possono esprimersi in maniera più ampia e i creatori comprendere meglio l’impatto che il loro post ha sulla community.

Le reazioni sono state studiate sulla loro utilità in base alle tipologie di conversazioni tenute sul social. Fa parte di questo aggiornamento anche Linkedin Live, il live streaming nativo che mira alla condivisione di eventi, conferenze, mentorship e altri materiali legati alla vita professionale.

Il format di riferimento degli ultimi anni è il video, LinkedIn si adegua dando la possibilità di pubblicare i video della lunghezza massima di 10 minuti. In un solo anno i post con video sulla piattaforma hanno triplicato l’engagement rispetto ai post di solo testo, aumentando anche la capacità di generare interazioni tra gli utenti.

Ideale per l’employee advocacy LinkedIn permette alle aziende di avere forza anche grazie al contributo dei propri dipendenti, in una narrativa che prevede di evidenziare traguardi raggiunti, eventi, etc. Ne fanno parte i video ads, cioè video aziendali sponsorizzati che compaiono nel feed e vengono presentati ad un pubblico più ampio ma anche più selezionato.

Il 2020 è anche l’anno di TikTok, la cui crescita ha stravolto il panorama social: nel primo trimestre del 2019 è stata l’app più installata. Ad oggi gli utenti attivi mensili sono più di 800 milioni e questi trascorrono in media 46 minuti al giorno guardando video della durata di 15 secondi.

Per i brand, Tik Tok potrebbe essere una nuova e fruttuosa opportunità, specialmente se hanno un pubblico di riferimento con un’età compresa tra i 16 e i 24 anni. Parola d’ordine autenticità, freschezza e branded content di valore.

Il grande obiettivo di Tik Tok è sicuramente quello di ampliare il proprio bacino di utenti, puntando ad un target definito più adulto.

Insomma per i social anche il 2020 sarà un anno di sfide, novità e soprattutto ricerca spasmodica della qualità in un panorama in cui a crescere sarà solo chi riuscirà a dare contenuti di valore in pubblico e guidare le conversazioni in maniera autorevole in privato. In entrambi i casi noi ci saremo, e voi?